Il punto di vista da web designer.

L: io rimango sempre sorpreso dal fatto che molti ancora vadano a calcolare le ore di lavoro per la realizzazione di un sito. Non so voi ma tutti i professionisti di web design non fanno quel calcolo tanto suggerito in svariati video su YouTube. Anche perché non ha molto senso.

Pensateci un secondo, perché Pippo Rossi, web designer, dovrebbe pagare i computer migliori, i migliori monitor, i software migliori, gli strumenti migliori, migliorare le sue capacità… per metterci di meno e farsi pagare di meno. È pura follia.

Chi si occupa seriamente di web design non è un venditore di siti web. Certo, ti fa il sito, ma non è un venditore di siti. Il web designer serio risolve problemi di business. Ma quali sono questi problemi?

Ecco una piccola lista incompleta: non abbiamo un sito, abbiamo un sito ma fa schifo, i nostri competitor hanno siti migliori, non trasmettiamo la sensazione di qualità, non veniamo visti come professionisti, non ispiriamo fiducia, la gente non sa cosa facciamo, la gente non trova le informazioni che cerca su di noi, la gente non sa perché siamo diversi e del perché questa diversità ci rende l’opzione migliore, le persone non possono prenotare i nostri servizi.

Facciamo finta che Giuseppe Verdi ha una sua associazione che si batte per i diritti delle donne e offre, tra le tante cose, aiuto a tutte quelle donne che subiscono maltrattamenti e abusi domestici.

Molti che cosa fanno? Parlano con Giuseppe che dice quello che vuole e il ‘professionista’ di turno ad una certa chiede “Hai un’idea di come vuoi il sito? O magari hai visto alcuni siti che ti piacciono. Mandami i link”. Questa è pura follia.

Il designer che chiede al cliente idee sul design. Chi lavora seriamente fa quello che viene chiamata Discovery Session. Molti ancora non sanno perché il briefing è dannatamente importante.

Nel caso del nostro Giuseppe Verdi immaginario parlando esce fuori che tra i core values della sua associazione c’è la dignità e la solidarietà.

Qui il designer ha il compito di creare qualcosa capace di trasmettere questi valori nel design. E non fraintendetemi, nella maggior parte dei casi le persone che visiteranno il sito non urleranno “dignità!” appena lo vedono. Li entrano in gioco una serie di processi mentali che avvengono in maniera inconscia.

Anche solo per il colore e font c’è da fare uno studio, prove e tutto il necessario per andare a rafforzare quelli che sono i valori fondamentali dell’associazione di Giuseppe.

Ora facciamo finta che Giuseppe risponda “Na na na…. Troppe cose, troppo tempo” oppure durante la prima chiamata dica “Bah, io vorrei solo un preventivo”. Se il potenziale cliente non ha tempo per una Discovery Session il professionista serio sa già che non vale la pena prendere in carico il lavoro. Se l’associazione è la sua ma non ha tempo per qualcosa che lui stesso cerca… allora non è poi così importante. Figurati per il web designer.

I web designer seri non inviano preventivi se non hanno avuto una conversazione di almeno 30 minuti faccia a faccia o in videochiamata. Il rischio di fare una schifezza è dietro l’angolo e non vorrà fare qualcosa di cui non potrà andare fiero tanto da metterla nel proprio portfolio.

Pinco pallino fa il sito in 1 settimana? Fenomenale! Lo farà Pinco Pallino allora! Siamo contenti per lui.

Però Pinco Pallino è lo stesso che per uno studio legale crea il logo con la bilancia o con un martelletto.

Se viene una concessionaria di auto e chiede un logo per il sito cosa fanno molti? Pensano ad una ruota, ad un faro, ad un volante, un freno, una marmitta, al cambio o una portiera. Ecco, sono tutte idee da scartare perché non aiutano a differenziare il business del cliente visto che sono idee usate da tutti. Anche questo porta via molto tempo.

E cosa importantissima visto che non lo sento dire mai. Il compenso che il designer chiede tiene conto anche dei vantaggi e benefici che il cliente ne trarrà nel lungo periodo. Molti sono super contrari a questo. Ok. Va benissimo. Qui nessuno vuole far cambiare idea ad altri.

Ma, come detto all’inizio, ecco perché i venditori di siti devono avere un certo numero di clienti. I designer seri collaborano con massimo 2 (esagerando 3) clienti allo stesso tempo.

Ora che tu condivida l’idea del “io faccio tutto con codice scritto da me” oppure fai parte di quelli che dicono “Io uso builder per motivo x o y”… Va benissimo!

Ma custom, per come la vedo io, è risolvere problemi di business per l’attività del potenziale cliente.

È sufficiente parlare con la persona. Mi è capitato di avere di fronte persone che, al parlare dei problemi del loro business, sembrava quasi che sentivano dolore fisico. In quel caso vai oltre al semplice vendere un sito. Stai risolvendo un problema che va oltre al mero strumento. La persona che hai di fronte vuole risolvere un problema.

Non so voi ma le persone con le quali ho collaborato meglio hanno sempre fissato un incontro di loro spontanea volontà.

Quelli sono i clienti che voglio. Quella è la sfida che voglio. Perché non si vede l’altro come cliente ma come collaboratore.

Ragazzi non penso di essere l’unico a ricevere ogni settimana e-mail con racconti del tipo “Ho pagato 2000 € all’agenzia X, ho tutti questi problemi e in più il sito fa schifo”.

Poi esce fuori che usa un tema preconfezionato con 2 bottoni e immagini fornite dal cliente. Ti credo che è stato fatto in 2 settimane.

Eh ma no, 5000 € per un sito è troppo. Ok, negoziamo, non paghi il sito e mi dai il 10% del tuo fatturato ogni mese.

Eh no, è troppo anche quello. Si, è vero, ma tutto il rischio è sulle mie spalle. Se faccio un pessimo lavoro a te va male e di conseguenza anche a me va male.

Il consiglio che do sempre è negoziate. E ricordate che le grandi negoziazioni si basano su grandi collaborazioni.

Va bene dai, ho scritto troppo anche se sicuramente mi sono scordato qualcosa xD