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Scrolli gratis sui social? Forse non più! Il Fisco italiano bussa alla cassa di Meta, X e LinkedIn

Ehi tu, che ti iscrivi a Facebook, X (quello che una volta era Twitter) o LinkedIn pensando “Che bello, è gratis!”… forse è ora di ripensarci! Il Fisco italiano, con una mossa un po’ a sorpresa, ha un’idea diversa: secondo loro, quel “gratis” non esiste.

La Trama: L’Agenzia delle Entrate pensa che quando tu crei un account, stai facendo un vero e proprio scambio: tu dai i tuoi dati (che valgono oro per queste aziende!) e loro ti danno accesso alla piattaforma. E indovina un po’? Per il Fisco, uno scambio del genere assomiglia tanto a una vendita. E sulle vendite… si paga l’IVA!

In Pratica: I tuoi dati personali sarebbero la “benzina” che fa girare il motore dei social. Anche se non li tocchi, hanno un valore bello concreto. Quindi, cliccare su “Registrati” non sarebbe un gesto innocente, ma quasi un baratto che, secondo le regole europee, potrebbe far scattare la tassa.

Non è un Fulmine a Ciel Sereno: Già a febbraio si sentiva qualche voce su Meta e X. Ora, alla festa si è aggiunto anche LinkedIn. Insomma, il club dei “potenziali tassati” si allarga!

Quanto Costa la Festa? E non si parla di bruscolini! Pare che il Fisco voglia recuperare cifre da capogiro per gli anni passati (tipo dal 2015 al 2022): quasi 900 milioni da Meta, 12,5 da X e 140 da LinkedIn. Per ora, la “notifica ufficiale” riguarda solo gli anni più vecchi, quelli che stavano per andare in prescrizione. Tempismo perfetto!

Effetto Domino in Europa? Occhio, perché l’IVA è una cosa seria in tutta Europa. Se l’Italia va dritta per la sua strada con questa idea, potrebbe creare un precedente (e forse un bel po’ di mal di pancia) anche negli altri Paesi UE.

E Domani? I Cookie a Pagamento? Se questo principio passa, chissà che un domani non ci chiedano l’IVA pure quando accettiamo i cookie sui siti web o per altri servizi “apparentemente” gratuiti che vivono dei nostri dati. Un bel terremoto digitale all’orizzonte?

Niente Accordo, Si Va allo Scontro? Sembra che stavolta l’Agenzia delle Entrate abbia deciso di mandare direttamente l’avviso formale, senza cercare prima un accordo “amichevole”. Qui la battaglia non è solo sui soldi, ma su un principio che potrebbe cambiare molte cose.

Che Succede Ora? I giganti social hanno circa un paio di mesi per decidere il da farsi:

  1. Fare ricorso e prepararsi a una lunga battaglia legale?
  2. Cercare un accordo all’ultimo minuto (magari con uno sconticino)?
  3. Sperare che il Fisco ci ripensi per qualche motivo tecnico o politico?

Insomma, la partita è appena iniziata. Staremo a vedere chi la spunterà in questo curioso braccio di ferro tra dati, scrollate gratuite e… tasse!

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